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Pagine di caccia ai tordi








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hi è il Cacciatore e, soprattutto, il Tordajolo nella società attuale?


Non è semplice dare risposte, definizioni ..., su un fenomeno che investe, oggi un po' meno, in maniera trasversale le varie classi sociali: dovremmo scomodare la Psicologia, l'Antropologia culturale, la Sociologia... del resto è difficile conoscere nella loro complessità le motivazioni che spingono il Cacciatore (uso la maiuscola a ragion veduta... esiste il "cacciatore" e il "Cacciatore") a fare levatacce per "prendere il posto", il capannolo situato nella posizione strategica ecc. a soffrire il freddo, a non curarsi degli acquazzoni improvvisi che lo bagnano sino al midollo e dello sguardo interrogativo del cane che sembra dirgli: " Fratello se il buon Dio avesse voluto crearmi pesce... mi avrebbe fatto le pinne... azzzoooooo !!! " All'improvviso uno...due zirli...interrompono per un attimo il concerto della pioggia che con mille dita suona lo spartito eterno dell'autunno...uno sparo...silenzio... Fido riporta il frutto della fatica, magari unico, di quella mattinata. Il Cacciatore soppesa la preda ancora calda, riordina le piume scomposte... Il sole comincia a rompere le nubi, chissà... basta questo per farlo felice? Torniamo a noi, per un attimo ho lasciato il cuore in libera uscita....
Spesso il tordaiolo è anche beccacciaio. Terminato "lo spollo" durante il quale i tordi escono dai boschi per recarsi in pastura, mette il campanello al cane e comincia il lento cammino tra le siepi e le querce alla ricerca della Regina.
Ma chi è 'sto benedetto tordajolo, oltre che un pazzo romantico innamorato di selvatici veri cacciati in luoghi suggestivi,..... un sanguinario, un nullafacente... ? Dobbiamo necessariamente fare ricorso alla statistica? Credo sia importante rivolgersi a chi si occupa di fenomeni che in un certo senso assumono rilevanza sociale, tra i quali la caccia che, con circa un milione di adepti, è stata spesso, a torto o a ragione, motivo di disputa tra varie forze politiche che, evidentemente, non avevano di meglio da fare che gettare fango su una "categoria" che comprende, in maniera trasversale, tutti i ceti sociali. Non esistono ricerche circoscritte ai cacciatori di tordi...almeno io non ne ho trovate. Esiste un'indagine dell'estate 1987 condotta dall'Università "La Sapienza" facoltà di Sociologia, diretta dal Prof. Sobrero, per conto dell'ISPES (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali). Non sono a conoscenza di ricerche serie più attuali...evidentemente la " sbornia verde " è passata !!! Il campione, 1970 adepti, rappresentativo dell' intero universo dei cacciatori italiani, ha permesso di definire il profilo socio-culturale del cacciatore, e quindi del tordajolo, i suoi comportamenti e le motivazioni all'attività venatoria. Dalla messe dei dati a disposizione (tranquillo, non voglio rompere con la statistica !) cercherò di evidenziarne alcuni per sfatare luoghi comuni quali:
  • il cacciatore si situa ad un livello socio-culturale molto basso
  • non si interessa ai problemi sociali e alla politica in genere
  • si preocupa solo della selvaggina e del suo cane
Ebbene, il primo dato che emerge dall'indagine riguarda proprio l'alto livello di integrazione socio-economico-culturale del cacciatore: più del 60% è in possesso della licenza di scuola Media e Superiore (contro una media nazionale del 37%) il 5,6% è laureato. La distribuzione dei cacciatori rispetto alla professione ricalca la media nazionale. Altro dato interessante è quello relativo alla religione a alla politica che rispecchia i valori nazionali. In politica il cacciatore risulta orientato sul centro e sulla sinistra. Attribuisce grande importanza a problematiche relative a Sanità, Scuola, Occupazione... Termino. A dispetto dei detrattori della caccia, dei verdi pantofolai e radical chic digiunatori in pubblico e divoratori di caviale in privato (ma secondo loro " mamma storiona " deposita le preziose uova direttamente nei vasetti o le vengono tolte dopo averla uccisa? ) emerge una figura di cacciatore figlio del suo tempo, perfettamente integrato nella società ...non uomo della foresta, anche se nella "foresta" esercita l'attività venatoria nel rispetto della legislazione e dell'ambiente... non un bruto o un ignorante ma una persona con una "cultura certificata" superiore alla media nazionale alla quale si aggiunge una coscienza ecologica di tutto rispetto.