Via Boccea e Tenuta San Mario 

    Il nome Boccea deriva dal fatto che questa strada portava al castello omonimo, di cui oggi rimangono solo i resti, situato al km 14,5 di essa e dall'abbondanza di piantagioni di bossi, per cui troviamo le varianti: Busceta, Terra Busci, Fundus Busci. Comunque fa parte di quella zona, uno sei 7 Pagi etruschi, che Roma prese ai Veienti e la Silva Mesia che Anco Marzio conquistò insieme a tutte le terre fino al mare, nell'anno 121 dopo la fondazione di Roma...non starò qui a fare la storia della Via Boccea (chi fosse interessato alla cosa potrebbe rivolgersi al "Gruppo Archeologico Romano) mi sembra doveroso ricordare che ci si muove in uno spazio ricco di vestigia storiche oltre che rilevante nel suo aspetto naturale e paesaggistico.    Il vasto territorio, a cui mi riferisco,  va da Casal Selce, il "Dazietto",  e si estende oltre l'Arrone, abbraccia le zone di Mazzalupo,  Selva Nera, Pantan Monastero, I Terzi, Cecanibbio... fino alla ZAC  (zona addestramento cani). Non  è molto trafficato da cacciatori...difficilmente si trovano giovani amanti di Diana in questa zona...praticato dai "vecchi" nostalgici dai  solidi garreti e dal tiro esperto...difficile trovare "pistamentuccia" .Il territorio è costituito da dolci colline e altipiani coltivati a ulivo e cereali che digradano in folte spallette verso ampie vallate destinate a medicai,  granturcheti e a pascolo durante la rotazione delle colture.  Quindi un immenso uliveto che si estende senza soluzione di continuità...oggi praticamente non curato, mi  dicono gli eredi di Federici, perchè non remunerativo dato l'alto costo della manodopera. Tutto ciò  rende la zona  attraente per i migratori e offre cibo e riparo alle specie stanziali.    La stagione di caccia inizia nei primi giorni di settembre a Tortore e Colombacci a seconda dell'annata è permessa la caccia ai merli: se l'estate è stata secca è possibile qualche cattura specialmente di tortore nei campi di girasole e di grano... ma è nel pomeriggio che con un buon cane si battono alla ricerca della quaglia tra le stoppie.  Il sole è allucinante e i tafani  insistono nel volerti fare un prelievo (assoldati dalle ASL?). Qualche volta si ottiene in premio qualcuna di queste  bestiole che involandosi scuotono  la calma  dell' aria estiva col suono metallico delle loro alucce battute velocemente per allontanarsi dal tartufo avido del cane e... dal tiro impietoso del cacciatore che ama le sue  carni saporite!      Dai primi di Ottobre in poi, con punte massime intorno al 15, inizia il passo dei migratori che si protrae sino agli inizi di Novembre. Prima le allodole, si dice: "Santa Teresa allodole a distesa"...Sulle spianate in alto sulle maggesi ...capannoli ... fischietti ...specchietti... Si spara molto. A piccoli branchi entrano fiduciose e se la giornata è limpida, e senza vento, giocano sugli specchietti... una festa per noi migratoristi. Ma già dopo una 15 di gg anche esse hanno imparato a tenersi fuori tiro e poi la maggior parte ha proseguito verso il Meridione e l'Africa... restano le vecchie furbacchione imprendibili . Con qualche giorno di ritardo arrivano tordi, merli che dalle spallette ricoperte da querce di vario genere, rovi, ginestrai  giovani olmi, fanno la spola verso gli ulivi....gli storni onnipresenti  in gruppi numerosi provenienti dalla Città veleggiano sugli ulivi e...  le prime gelate portano i sibilanti Sasselli (turdus iliacus) e i Frosoni assieme alle Cesene... mentre lungo le spallette non è raro poter mettere a segno qualche colpo a Colombacci in cerca delle piccole ghiande della Roverella (una quercia sempreverde)...  Ma è soprattutto la Beccaccia, la signora del bosco dai grandi occhi di velluto, che turba i sogni di noi vecchi seguaci di Diana...ci vogliono buoni cani e gambe ancora valide... si sa che la signora si concede a chi sa corteggiarla con perseveranza. Sono poche quelle che si riesce a catturare e, anche se gli incontri non sono infrequenti, il tiro è sempre difficoltoso per gli ostacoli che si frappongono tra il fucile e questo meraviglioso animale. Ma quel  che più conta è il lavoro del cane che costringe al volo, dall'intrico del sottobosco, una splendida farfalla che si mostra per pochi attimi ti seduce e si posa qualche decina di metri avanti come per dire "seguimi... sarò tua...ma devi meritarmi" e si continua la danza...ma spesso il cane  ne perde le tracce...La signora gioca in casa e  conosce a meraviglia tutti i segreti della boscaglia sulle spallette che sono il suo incontrastato dominio...  Non mancano  Istrici, Volpi e Gazze oltre le immancabili Cornacchie grigie. A caccia chiusa la sezione di Casalotti di Via Selva Candida procede al ripolamento di Fagiani,  Lepri e Starne. Sono presenti alcune coppie di Poiane e di Gheppi che, specialmente durante le giornate ventose, insidiano i piccoli volatili... soprattutto i branchetti di storni in pastura sugli ulivi.

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Caccia al tordo